Il Chiemsee riserva sorprese davvero incredibili. Herreninsel Chiemsee, l’isola sorella di Fraueninsel, ospita infatti un meraviglioso castello, di quelli che solo Ludwig II di Baviera sapeva sognare e realizzare. Esso è una copia esatta della reggia di Versailles.
Scettici ma curiosissimi, siamo andati a vedere e…

“Una versailles sul Chiemsee? Amazing!”

Pensavo che la maggiore attrazione del Chiemsee fosse Fraueninsel, con la sua abbazia, la sua chiesa romanica e la sua santa, Irmengarda, oggetto di devozione e pellegrinaggi. E invece mi sbagliavo.

Leggendo un depliant della zona riesco finalmente a contestualizzare una magnifica reggia con giardino e fontana al centro la cui immagine tornava con insistenza in questi giorni.

Giovanni qui sul Chiemsee c’era già stato una o due volte e, sapendo che di solito non si lascia sfuggire nulla che abbia un interesse storico, artistico o culturale dei luoghi che visita per lavoro, pensavo non ci fosse niente di nuovo da scoprire. E invece, nella mia microguida leggo che Herreninsel Chiemsee, l’isola sorella di Fraueninsel, ospita un convento maschile agostiniano, ormai dismesso da tempo e oggi adibito a museo ed esposizioni temporanee, e, soprattutto, una delle incredibili residenze di Ludwig II re di Baviera: il Neues Schloss Herrenchiemsee, copia esatta della reggia di Versailles.
Lo racconto a Giovanni e lui, letteralmente a bocca aperta, mi dice: “Voglio vederlo anch’io, dopo il mio talk!”.

Giovanni ha da poco concluso la sua lezione, l’ultima della Summer School. Pranziamo insieme a Joan Rand Moschovakis, PhD con Stephen Kleene negli anni ’60 prima di “fuggire” in California col suo Yiannis, che lei chiama “Giannis”, Moschovakis.
Joan è una tipa molto simpatica e tosta e dalla memoria di ferro: si ricordava d’avermi già visto in un’altra occasione mentre io non ho potuto ricambiare questa cortesia…
Parlano di lavoro, lei e Giovanni, ma non appena lei mi vede tornare dal buffet con il piattino del dessert e una golosa torta ai frutti di bosco con panna, si interrompe e, trionfante, dice: “dessert, dessert!” e finalmente la noiosa conversazione matematica finisce.

Riusciamo a prendere il battello delle 14.30 che da Fraueninsel in 15-20 minuti ci avrebbe portato a Herreninsel.
Siamo sul Ludwig, insieme ad amici e colleghi di Giovanni, che in fretta e furia stanno rientrando a casa dopo la settimana di lavori della Scuola Estiva.
Avevamo già pianificato di partire il sabato, per poter fare le cose con calma e lasciare che Giovanni entrasse in modalità vacanza dopo una settimana di intenso lavoro.

Un omaggio al Re Sole

Herreninsel è un’isola molto più grande di Fraueninsel. Da lontano si può scorgere una costruzione imponente. Avrei scommesso fosse quello il castello di Ludwig, perché è facile dire: “la riproduzione fedele di Versailles”… Certe cose bisogna vederle per crederci davvero.

Lo Schloss Herrenchiemsee di Ludwig II si trova al centro dell’isola, sulla collina più alta, e gode di una vista particolare sul lago.
Il castello è davvero una sopresa. Ci si giunge a piedi o su di una carrozza trainata da magnifici cavalli rossastri con coda e criniera bionde e zampotte grosse.
L’isola è verdissima e per raggiungere il castello di Ludwig si passa attraverso una bosco, simile a quello di Bambi.

La somiglianza del castello di Ludwig con la reggia di Versailles è sorprendente. Ci si arriva da quello che a Versailles è il retro della reggia, ovvero la parte che dà sui giardini, le fontane e la grande vasca d’acqua che si perde in lontananza e taglia il parco a metà.
Tutto intorno a noi è fantastico: il sole colora ogni cosa di intenso e le nuovole, bianchissime, sembrano esplodere nel blu del cielo.
Ogni mezz’ora le fontane riprendono i loro giochi d’acqua e gli spruzzi portati dal vento ci rinfrescano in questa giornata tra le più calde della nostra settimana sul Chiemsee.
Prenotiamo una visita guidata al castello. Siamo solo in 3. La guida è una giovane bavarese dai capelli lunghi e biondissimi, in parte raccolti in una treccia disposta in modo da disegnare una piccola coroncina intorno alla testa. Parla un italiano un po’ stentato ma comprensibile. Ci accompagna a vedere ciò che Ludwig riuscì a realizzare prima della sua misteriosa, prematura morte, avvenuta nel 1886, a soli 41 anni.

“Voglio rimanere un eterno enigma per me stesso e per gli altri”

(Ludwig II di Baviera)

“Voglio rimanere un eterno enigma per me stesso e per gli altri” sembra ripetesse Ludwig, personalità esuberante, coinvolgente, drammatica. Sulla sua vita sono stati girati diversi film. Il più importante è forse il “Ludwig” di Luchino Visconti, del 1972, con un cast davvero eccezionale che vede protagonisti, tra gli altri, Helmut Berger, nei panni dell’affascinante re bavarese e Romy Schneider, in quelli dell’imperatrice Sissi.

La nostra guida ci racconta che i lavori del castello si conclusero quando terminarono le finanze del re, che spese cifre astronomiche per realizzare ciò che per lui doveva essere una celebrazione della grandezza e dei fasti del Re Sole e della Francia del XVII secolo. È per questo che il castello di Ludwig è rimasto un’opera incompleta.
Le parti al grezzo, che assomigliano ad un magnifico “work in progress studio”, oltre a esibire le tecniche di costruzione utilizzate all’epoca per la realizzazione dell’edificio, ospitano oggi mostre temporanee d’arte.

Nel Neues Schloss Herrenchiemsee sono ovunque i simboli e le immagini di Luigi XIV, mentre i mobili e le suppellettili delle stanze che si snodano una dopo l’altra, esattamente come a Versailles, imitano ogni particolare della reggia francese con precisione quasi maniacale.
Dalla nostra giovane guida apprendiamo che il colore simbolo del Re Sole è il rosso, mentre quello preferito da Ludwig l’azzurro, sicché possiamo intuire quali fossero le stanze che Ludwig riservò per sé e quelle che dedicò a Luigi XIV; anche se poi Ludwig abitò il palazzo per soli 11 giorni.

Della reggia di Versailles nel Castello di Ludwig non manca quasi niente. Anche la sala degli specchi è molto fedele, e quasi più sfarzosa, salvo un particolare: è 22 metri più lunga dell’originale.
La sala degli specchi è oggi destinata a concerti e probabilmente a qualche serata di gala. Come quella che stanno allestendo nella hall e nel giardino del castello, alla fine del nostro giro, con tavolini decorati e bicchieri di champagne pronti a dare il benvenuto a Bavaresi chic, per una serata in musica fuori dal comune.

Author Silvia Pittarello

Viaggiare è una palestra dove allenarsi alla tolleranza, all'umiltà, alla gestione del tempo. Viaggio più che posso e quando mi fermo scrivo, per raccontare viaggi, storie di impresa, di cultura e di scienza e organizzare e veicolare contenuti per interfacce web e mobile, come fa un bravo content specialist col pallino per il copywriting e lo storytelling.

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