Yaoundé 7 gennaio 2006

Treccine, esibizioni, congratulazioni danzanti. Ecco un vero matrimonio camerunense: quello di Angelo e Sylvie.

Sveglia all’alba. Arriviamo al salone di bellezza dove lavora Aguy alle 7.30. Giovanni si fa tagliare i capelli e si fa fare la barba. Lo scorticano, povero, perché – mi dice – il barbiere lavorava guardando la Parigi Dakar in tv.

Aguy comincia a farmi le treccine alle 8. Finirà alle 12!
Sono strana con le treccine. Giovanni mi prende un po’ in giro. Deve abituarsi. E anch’io, perché sono lunghe e molto pesanti.
Alain mi aspetta dal coiffeur per portarmi alla Merie, dove si sta celebrando il matrimonio laico di Angelo e Sylvie, un vero matrimonio camerunense.

Giovanni e David sono già là. Arrivo tardi. Il matrimonio è quasi finito. Riesco a filmare gli ultimi istanti dell’esibizione degli atti matrimoniali. Sì, perché in Camerun è usanza mostrare l’atto e cioè il documento che attesta l’avvenuto matrimonio. Non basta l’atto burocratico sulla carta: esso deve essere esibito, cioè deve avvenire una presa d’atto da parte della famiglia e degli amici della coppia. Questo è il vero atto ufficiale.

Ci rechiamo tutti alla Merie principale di Yaoundé per fare qualche foto.

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Foto alla Merie principale di Yaoundé

Fa molto caldo e io ho un mal di testa terribile.
A casa di Sylvie e Angelo, ci aspetta uno spuntino prima di continuare col rito religioso che si terrà alle 15.00, presso l’hotel Azur.

Io e Giovanni ci facciamo portare in albergo, giusto per rinfrescarci un po’. Ripartiamo quasi subito e alle 14.30 siamo all’albergo Azur. Gli sposi non sono ancora arrivati… solita puntualità camerunese.
Ma è una fortuna perché così possiamo assistere all’intera cerimonia.

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Sylvie ed io nella sua casa per uno spuntino

 

Intorno alle 17.30 arrivano gli sposi. Inizia il rito religioso.
Io e Giovanni rappresentiamo la famiglia di Angelo. Sediamo così al tavolo a fianco degli sposi, sul palco allestito per l’occasione, il solito fattore “c” di Giovanni :)

La funzione è fortemente scenografica. Il prete sembra un attore, o meglio l’attore principale, gli sposi, le sue spalle.
Vengono letti alcuni passi del Vangelo, viene fatta la consacrazione degli anelli, poi Angelo viene invitato a consegnare l’anello a Sylvie e Sylvie l’anello ad Angelo.
Anche lo scambio degli anelli avviene attraverso un’esibizione ufficiale: la mano destra di lui tiene bene in vista l’anello e la mano sinistra di lei è ben visibile mentre lui le infila l’anello al dito. Poi tocca a Sylvie.
Gli sposi vengono poi fatti inginocchiare per la benedizione finale.

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La consegna dei regali agli sposi

 

A cerimonia conclusa, inizia la musica e la consegna dei regali dei parenti degli sposi.
Parenti ed amici si avvicinano alla coppia danzando e gli sposi li ricevono a braccia aperte e, danzando a loro volta, accolgono regali e congratulazioni. Lo facciamo anche io e Giovanni.
È una cerimonia bellissima all’insegna di allegria e serenità.

Gli sposi vengono poi accompagnati a scegliere il loro piatto al tavolo delle pietanze. Ci sono i soià, dei bignè di farina di mais, delle squisite polpettine di carne, del pesce fritto, del pollo con le spezie, gli immancabili plantain, frutta, anguria e ananas freschi, e il dolce.
Gli sposi hanno scelto. Ora anche gli invitati possono servirsi al buffet.

Al nostro tavolo siedono il capo del villaggio a cui appartiene Sylvie. È un tipo singolare, molto diverso dagli altri invitati per il colore nerissimo della pelle, i tratti squadrati del volto e l’abito, molto particolare. È simpatico. Scambiamo qualche parola insieme.

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Il capo del villaggio a cui appartiene Sylvie

 

Accanto a noi, sulla destra della c’è Bibiana, una signora molto bella ed elegante con un vestito salmone e un cappello a tesa larga dello stesso colore. È simpatica e molto europea nei modi.
Si lamenta quando inizia il rito delle foto degli sposi con la famiglia che è simile ad un vero e proprio cerimoniale, l’ennesimo della giornata.
Si lamenta perché le foto vengono fatte secondo un criterio snervante: gli sposi con la madre di lei, gli sposi con il padre di lei, gli sposi con la famiglia italiana e gli amici della famiglia italiana, gli sposi con la sorella e il fratello maggiore di lei, gli sposi con la sorella e il fratello minore di lei… in una combinazione di individui che sembra non finire mai.

Alle 19.30 è tutto finito. Scambiamo ancora qualche parola con Angelo, che sembra proprio felice di averci lì con lui, con Sylvie, forse ancor più felice di lui perché era preoccupata che il marito si sentisse abbandonato, e con i testimoni di Angelo, Giuseppe e Praxele, lui italiano e lei camerunese.

Con David, Alain, Bertand e Adeline, anche loro al matrimonio, facciamo tappa casa di Duboss per la cena!
Siamo stanchi, io e Giovanni. Non abbiamo molta voglia di cenare.
La casa di Duboss è davvero povera. All’entrata ci colpisce il forte odore di chiuso, misto a umidità e muffa.
Accendono il ventilatore e l’odore si fa meno intenso.

Conosciamo la moglie di Duboss, una bellissima donna.
Mi accorgo di un particolare davvero strano per noi europei: ha una peluria su petto e collo.
Lei è incinta, forse del secondo figlio. Lei e Duboss hanno già una bimba. La bambina è strana, non parla, è molto timida.
Provo a farla sorridere, gioco un po’ con lei. Ma sembra avere paura. Finalmente sorride e comincia a ballare. Non pronuncia una parola se non con mamma e papà, ma fa confusione: il papà è papà e la mamma è papà.

Ci mostrano i loro album di fotografie, che, abbiamo capito, è una specie di rituale in Camerun.
Poi mangiamo una specie di tarò fatto con la farina di mais e con una salsa a base di pistacchi, così, per chiudere in compagnia ed in famiglia una giornata davvero particolare.

Casa Duboss

Casa Duboss

Author Silvia Pittarello

Viaggiare è una palestra dove allenarsi alla tolleranza, all'umiltà, alla gestione del tempo. Viaggio più che posso e quando mi fermo scrivo, per raccontare viaggi, storie di impresa, di cultura e di scienza e organizzare e veicolare contenuti per interfacce web e mobile, come fa un bravo content specialist col pallino per il copywriting e lo storytelling.

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