Dopo un giorno di riposo a Mallnitz tra dormite, shopping e relax nella piacevole sauna dell’albergo, riprendiamo il nostro giro.
Meta di quest’oggi: Sillian, al confine con l’Italia, a circa 90 km da Mallnitz. Percorreremo la Dobbiaco-Lienz al contrario. Son curiosa.

Il ciclotour di oggi

Partenza: Mallnitz
Destinazione: Sillian
Mezzi: bicicletta
Km in bici: 90.75
Totale salita: 1648 m
Totale discesa: 1676 m

Tappe

  • Winklern
  • Iselsberg Pass
  • Lienz
  • Sillian

Winklern, Iselsberg, Lienz: pedalando sotto la pioggia

La prima parte del percorso è in discesa e poi pianeggiante, ma piove a dirotto.
Giovanni continua a chiedermi se voglio fermarmi ma io stranamente sto benissimo. La giornata di riposo di ieri ci ha proprio rigenerati.
Piove per circa una quarantina di km. Intercettiamo un pezzo della Grossglockner Radweg che abbandoneremo a Winklern, dove riprenderà la salita verso il passo Iselsberg oltre il quale raggiungeremo Lienz.

La pioggia ci affatica e ci rallenta ma fortunatamente non ci bagna.
Intorno a Winklern le indicazioni sono pessime. Sbagliamo strada e buttiamo via il vantaggio di ritrovarci già in quota: Winkler è davanti a noi ma dall’altra parte della strada principale, che sta a valle. Siamo costretti a scendere e poi a risalire, mannaggia.
Ci fermiamo per un un caffè e un dolcetto. La signora del bar, molto austriaca e molto gentile, mi porta un cappuccino che è un’opera d’arte, fatto con un latte montato così denso che fuoriesce dalla tazza e sta in piedi da solo.
Noi italiani le cose trendy le inventiamo, ma all’estero le perfezionano talmente che poi ci fanno un baffo. Come i cappuccini australiani: non c’è luogo in cui non li sappiano fare egregiamente, e non tutti i baristi sono immigrati italiani.

Mettiamo ad asciugare sotto il sole intenso uscito da poco poncho e giacche a vento, ci cambiamo velocemente maglietta e scarpe fradice e ci vestiamo più leggeri per affrontare la salitona che ci porterà al passo Iselsberg, al confine tra Carinzia e Tirolo.
Le scarpette “combo” trekking-mare-bici, acquistate ieri, sono tornate utilissime: leggere e traspiranti per asciugare in fretta in caso di pioggia o bagni su fondali difficili, hanno la suola abbastanza rigida da poter essere usate anche in bicicletta.

La fatica viene premiata da una vista magnifica delle Dolomiti, che davvero riescono a distinguersi per leggiadria e imponenza rispetto alle loro sorelle vicine.
A Iselsberg ci prepariamo per la lunga discesa rimettendoci maglie e giacche a vento. Io sembro una marziana, con il cappuccio viola che mi copre le orecchie, ben fermo sotto al caschetto della bici… Le mie otiti non le auguro a nessuno.

Il panorama dall’alto è magnifico: in lontananza scorgiamo montagne simili a panettoni decorati di verdi diversi, qua e là cosparsi di ciuffi di nuvole morbide, simili a panna montata; sotto, la Val Pusteria, una piana verde chiaro e grigia attraversata da tanti filetti biancastri trafficatissimi.
In un battito di ciglia siamo a valle, in direzione di Lienz. Prossimi passi: una veloce visita alla città e poi alla ricerca della Drauradweg.

Presto, via da Lienz! Alla ricerca della Drauradweg

Lienz sembra sotto assedio. Il centro città è pieno zeppo di gente e regna il caos.
Si sta svolgendo Olala, il festival di teatro. Ma ciò che confonde e irrita sono le grida e il parlare urlato delle persone. Io e Giovanni cerchiamo velocemente un info point per prenotare l’albergo a Sillian Austria e poi lasciamo velocemente Lienz alle sue attività agostane e alle sue scimmie urlatrici.
Al solito, intercettare la ciclovia non è facile, ma con l’aiuto di qualche locale riusciamo farcela.
La Dobbiaco-Lienz è un piccolo pezzo della ciclabile della Drava. La Drauradweg, lunga 366 km, parte dalle sorgenti della Drava, nella Conca di Dobbiaco in Italia, e arriva fino a Marburgo in Slovenia, attraversando Tirolo orientale e Carinzia. Pare sia previsto un ampliamento fino al Mar Nero, dove sfocia il Danubio al quale la Drava ad un certo punto si unisce.
Il tratto Dobbiaco-Lienz sembra molto popolare. Non conosco nessuno, a parte noi, che non l’abbia già fatta almeno una volta. Credo che la sua popolarità, specialmente tra gli italiani, sia dovuta al fatto che il percorso è davvero molto bello, in mezzo al bosco e lungo il fiume, e soprattutto molto facile.
Da Dobbiaco a Lienz sono poco più di 40 km tutti in discesa. Una ciclovia per famiglie, che permette di vivere una piccola, grande avventura all’aperto, insieme ai propri figli, senza troppi sforzi.
Il ritorno, poi, è comodissimo: da Lienz c’è un treno ad alta frequentazione con servizio di trasporto bici che ti riporta comodamente indietro.
Per noi la strada è invece foriera di una certa sofferenza perché la stiamo percorrendo nel verso svantaggioso: quello in salita, ancorché lieve.
Nelle gambe abbiamo già una sessantina di chilometri e questi ultimi 30 sono uno stillicidio. Sillian sembra non arrivare mai. Il tempo è complice del mio stato d’animo e mi rende tutto più difficile. Oggi saremo passati dalla bello al brutto almeno una decina di volte. Argh! Maledetta meteoropatia.
Arriviamo a Sillian intorno alle 19.00. Il tempo di rintracciare il nostro albergo e finalmente anche oggi ce l’avremo fatta.

Sauna e relax postpedalata. Priceless

L’albergo Perfler è un design hotel molto carino. Scopriamo subito che nel seminterrato c’è la sauna. Chiedo alla reception se possiamo usarla. “I’ll switch it on for you. It will be ready in half an hour”. Mi illumino d’immenso, quasi mi commuovo. Mezz’ora dopo stavamo come papi.
Muri e pavimento grigi, stile Armani molto glam, sala relax antistante alla sauna e al bagno turco, impreziosita da un’enorme finestra che dà su di un giardino interno, zona docce in micromosaico verde e, dal lato opposto della sala, angolo cucina con bollitore, tazze e tisane d’ogni genere.
Ci godiamo questo momento di benessere del corpo e della mente, mentre fuori riprende a piovere.
La cena la faremo in camera, distesi a letto, mangiando specialità carinziane e ciò che è rimasto del picnic.

Author Silvia Pittarello

Viaggiare è una palestra dove allenarsi alla tolleranza, all'umiltà, alla gestione del tempo. Viaggio più che posso e quando mi fermo scrivo, per raccontare viaggi, storie di impresa, di cultura e di scienza e organizzare e veicolare contenuti per interfacce web e mobile, come fa un bravo content specialist col pallino per il copywriting e lo storytelling.

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