Yaounde, 26 dicembre 2005
Il nostro viaggio in Camerun sta sempre più diventando un percorso alla scoperta di storie di famiglia le più intime e riposte. E la cosa straordinaria è che le stiamo vivendo esattamente come se facessimo parte di queste storie, come se noi stessi fossimo elementi di quelle storie e di quelle famiglie.
Oggi sembrava dovessimo muoverci di buon mattino, invece, i programmi sono cambiati.
Io e Giovanni abbiam fatto colazione tranquillamente e tranquillamente abbiamo aspettato David.
Lui si è alzato tardi. Noi eravamo nella terrazza dell’albergo a leggere, scrivere, a bere succhi di frutta naturale, appena spremuta.
Quando David è arrivato ci ha spiegato che ci saremmo mossi intorno alle 15. Nel frattempo ha ricevuto la visita del fratello di Tucam, che abbiamo conosciuto a Padova.
Il fratello di Tucam è un omone che ha fatto da padre a Tucam e agli altri fratelli. Ha un’impresa: costruisce mattoni per l’edilizia.
Ci racconta un po’ del suo lavoro, poi recupera la roba che Tucam gli ha fatto avere. Scarpe, soprattutto. Sì perché lui ha un grosso problema: il suo piede. È enorme, porta il 48, e a Yaounde non riesce a trovare scarpe della sua misura.
Arrivano, poi, Foca e Alain. Alain è taxista a Yaounde e Foca un amico suo e di David. Ci accompagneranno tutto il pomeriggio in giro per la città.
Tutti insieme andiamo a trovare Angelo Bernardini, padovano, che ha lasciato l’Italia per trasferirsi in Camerun. Il prossimo 7 gennaio sposerà Sylvie, sorella di Teo, un tipo simpaticissimo e sempre sorridente che in Italia ha rilevato il banco di frutta di Angelo.
Angelo è un tipo “fuori”: 58 anni, solo, era stanco di vivere in Italia.
Ci invitano a cena, lui e Sylvie. Non possiamo rifiutare. Torneremo da loro alle 7.
La seconda tappa del nostro giro è una visita alla famiglia Nana. Una delle figlie è una cara amica di David. Abbiamo conosciuto tutti tranne l’amica di David: la bimba più piccola, Audrey, la madre, Brigitte, il padre, Wamba, la nonna e un loro amico ginecologo, un signore di mezza età enorme e simpaticissimo.
Anche dai Nana l’accoglienza è unica. Chiediamo di farci insieme un po’ di foto. Accettano volentieri.
Siamo passati a salutare la famiglia di Jacques, un amico di David che abbiamo conosciuto a Padova.
Il colonnello, suo padre, non c’era. C’era la madre, una signora molto distinta e molto bella. Ci offre qualche arachide mentre parliamo un po’ dell’Italia, dell’Africa, del figlio Jacques.
Salutiamo la madre di Jacques e ci incamminiamo verso l’appuntamento con Helene Mapoko presso il suo showroom. È una donna davvero in gamba, Helene. Lì scopriamo di avere un invito a cena anche con lei e la figlia. Mi viene il panico: due cene la stessa sera. Capiterà ancora. Sì perché David sa essere davvero casinista!
In qualche modo riusciamo ad organizzarci: prima ceneremo da Angelo e Sylvie poi andremo alla cena con Helene.
Corriamo alla cena di Angelo con una breve tappa in un posto ignoto, tra la gente, a recuperare un po’ di soldi, per evitare il cambio locale, ci spiega David, di solito molto svantaggioso.
Angelo ci accoglie con un risotto di porcini molto buono, pesce arrosto e un pollo “sacrificato” per l’occasione. Non possiamo non mangiare. Angelo ci racconta qualche sua esperienza qui in Camerun. Ci fa morir dal ridere.
Intorno alle 9 siamo all’appuntamento con Helene.
Ri-ceniamo. C’era davvero tanta roba. Mangiamo quel che possiamo, non molto purtroppo. Parliamo ancora di problemi razziali, dei camerunesi, della diffidenza degli occidentali nei confronti degli africani.
Dopo cena Helene ci accompagna a vedere una magnifica danza africana dal nome Assiko, originaria del sud del Camerun.
Con un po’ di contrattazioni riusciamo ad ottenere di poter filmare il ballo, pagando, naturalmente!
Anch’io ballo. È divertente.
I due danzatori sono straordinari. È impensabile per noi occidentali muoversi come riescono a fare loro.