Villach è la prima tappa del nostro ciclotour verso Chiemsee in Baviera. Ci siamo arrivati ieri e oggi, prima di rimetterci in sella alla nostra bici diretti a Salisburgo e poi a Chieming sul Chiemsee, visitiamo di buon mattino la piccola città carinziana colorata e ricca di molte sorprese.

Ci siamo svegliati di buon’ora, stamattina, per visitare Villach e prendere il treno delle le 9.16 per Salisburgo.

Villach è una cittadina della Carinzia vicinissima al confine con l’Italia e la Slovenia. È attraversata dalla Dravache nasce a San Candido, e che rivedremo al nostro ritorno percorrendo alcuni pezzi della facile e piacevole ciclovia, la Drauradweg, oggi molto trendy.
Giovanni si diverte a veder scorrere l’acqua della Drava verso est sapendo che farà un lungo viaggio, prima unendosi al Danubio, e poi, con questo, sfociando nel Mar Nero!

Villach è colorata e allegra, piccolina e ordinata, molto simile a Salisburgo.
Giovanni ed io abbiamo avuto la ventura di alloggiare in Haupt Platz, la piazza centrale, presso l’hotel Post Romantik.
L’hotel Post tra il 1748 del 1875 fu sede della stazione postale di Villach. Ma prima ancora fu dimora della ricca famiglia dei Khevenüller che qui ospitò nel 1552 per quasi 2 mesi l’imperatore Carlo V, scampato all’esercito dell’elettore di Sassonia che lo aveva tradito.

“Anche per questo motivo Maurizio di Sassonia, che Carlo riteneva alleato, decide di gettare la maschera. Mentre Carlo ad Innsbruck teneva sotto controllo il concilio di Trento, marcia sul Tirolo a capo di un esercito e…”

(Camille Paganel, Storia di Giuseppe II, Imperatore di Germania. Versione con note di Gaetano Barbieri, 1843)

Ma ecco come andarono i fatti.
Carlo V d’Asburgo Re di Spagna e Imperatore del Sacro Romano Impero, aveva fatto al suo paese un regalo rovinoso: l’inquisizione.
Mentre si credeva giunto all’apice del potere, i suoi problemi al contrario andavano via via peggiorando.
Nel 1551, al fine di assicurare l’unità della sua vasta monarchia, cercò di indurre Ferdinando I d’Asburgo, suo fratello, a cedere il titolo di Re dei Romani e l’eredità dell’impero a suo figlio Filippo. Carlo voleva dare all’impero un capo che, padrone della Spagna e dell’oro del Nuovo Mondo, potesse frenare i Principi protestanti e far fronte ai Turchi e ai rivoltosi Boemi e vedeva in suo figlio l’unica soluzione possibile. Ma su questo non aveva ancora fatto i conti con i due rami della casa d’Austria, da cui ebbe origine la rottura fra Carlo e il fratello Ferdinando.
Ferdinando si rifiutò di cedere il titolo di Re dei Romani al figlio di Carlo e Carlo ne chiese la deposizione facendo eleggere a forza Filippo.
Questo voto tuttavia venne respinto dagli elettori, compresi quelli di Palatinato, Sassonia e Brandeburgo, che si mossero insieme a Enrico II re di Francia contro l’imperatore.
I Protestanti, dal canto loro, stavano comprendendo che la tolleranza dimostrata da Carlo nei loro confronti si sarebbe ben presto dimostrata ingannevole, mentre i Cattolici, prevedendo i secondi fini di Carlo, stavano cominciando a capire che, aiutandolo ad abbattere i luterani, si preparavano ad avere un comune padrone.
Cattolici e Protestanti, tutti si erano indignati nel vedere l’angravio di Assia e Maurizio, elettore di Sassonia, portati in trionfo di città in città da Carlo.
Anche per questo motivo Maurizio di Sassonia, che Carlo riteneva alleato, decide di gettare la maschera.
Mentre Carlo ad Innsbruck teneva sotto controllo il concilio di Trento, progettando gesta grandiose contro Francia e Turchia, marcia sul Tirolo a capo di un esercito, mentre Enrico II invade la Lorena e si unisce ai turchi contro l’imperatore, e Solimano avanza di gran carriera sull’Ungheria.
Alle 9 di sera Carlo ricevette la notizia del tradimento di Maurizio e poco mancò che venisse sorpreso ad Innsbruck.
Era una notte buia e tempestosa quando, in preda agli spasmi della gotta, riuscì a fuggire a stento e ad essere trasportato a Villach su di una lettiga, dove fu accolto dai Khevenüller.

“La credenza che la realtà che ognuno vede sia l’unica realtà è la più pericolosa di tutte le illusioni”

(Paul Watzlawick, La realtà della realtà)

Leggo che Villach ha dato i natali a Paul Watzlawickfilosofo e psicologo costruttivista tra i miei preferiti.
Ricordo sempre con molto piacere il suo bellissimo libro “Pragmatica della comunicazione umana” che mi ha aiutata ad aprire gli occhi sulle dinamiche e le interazioni tra gli esseri umani e mi è sempre utilissimo per contestualizzare ciò che accade a livello di comportamenti social, oggi particolarmente trendy.

Con stupore scopro che Watzlawick si laureò in filosofia all’Università Ca’ Foscari di Venezia… come me, insomma, solo qualche annetto prima ;)

Leggendo qua e là, scopro anche che la zona è famosa per un centro termale a Warmbad-Villach, a pochi chilometri da Villach. Le sue terme, note col nome di Kärnten Therme, acque termali della Carinzia, credo siano un vero spasso per chi ama il genere o per chi voglia anche soltanto divertirsi.
Purtroppo noi non abbiamo avuto l’occasione e il tempo di provarle. Ora, però, sappiamo che ci sono e, fanatici dell’acqua come siamo, prima o poi ci capiterà di andarci.

Author Silvia Pittarello

Viaggiare è una palestra dove allenarsi alla tolleranza, all'umiltà, alla gestione del tempo. Viaggio più che posso e quando mi fermo scrivo, per raccontare viaggi, storie di impresa, di cultura e di scienza e organizzare e veicolare contenuti per interfacce web e mobile, come fa un bravo content specialist col pallino per il copywriting e lo storytelling.

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