Darwin, Northern Territory 11 febbraio 2014

E oggi si va di vocabolario. Sì, perché in questo viaggio ho imparato moltissime cose nuove, tra cui nuove parole e nuovi modi di dire. Ad esempio, “Down Under” è un modo semiserio di indicare coloro che stanno molto sotto, proprio “giù sotto” (down under) rispetto al resto del mondo, insomma gli Australiani.
Ho appreso, poi, che “Top End” è la descrizione definita – come direbbe Bertrand Russell – che sta per Northern Territory, e cioè la parte di Australia che stiamo visitando in questi giorni e che è la regione “northernmost”, e cioè più a Nord del Northern Territory.
Infine ho capito che “wetlands“, qui a Nord dell’Australia, ha un significato per antonomasia: queste non sono banalmente “zone umide”, ma davvero tanto umide, talmente umide che una “flood”, un’alluvione può generarsi dal detto al fatto in pochi minuti. Quindi, campeggiare in certe zone può essere molto pericoloso.
Per una come me che come nickname ha scelto di chiamarsi “SoloSeSpiove”, questa parte di viaggio sarà davvero divertente… :-(
E lo sarà soprattutto perché, come mezzo di trasporto e riparo per la notte, io e Giovanni abbiam scelto di prendere in affitto un chubby, un piccolo camper… :-O

ticket-to-darwinPensavamo di essere più scattanti oggi, nel giorno della nostra grande partenza verso i parchi naturali del Northern Territory australiano. E invece, complici la stanchezza accumulata a Canberra e un po’ di spossatezza dovuta all’umidità, abbiamo iniziato la nostra giornata molto a rilento, ma con un ottimo cappuccino al Mall di Darwin, la capitale del Northern Territory.

Molti amici ci avevano sconsigliato di visitare il Top End, ovvero questa parte più a nord del Northern Territory, per via del caldo afoso di questo periodo. Ma Giovanni voleva visitare a tutti i costi un pezzo di Australia che non aveva mai visto e queste terre in particolare, che ospitano il Kakadu National Park, per la maggior parte di proprietà degli Aborigeni. Quanto a me un posto valeva l’altro, non conoscendone nessuno.

wetlands-800-3Ciò che gli amici non ci avevano detto è che febbraio è il periodo delle piogge monsoniche.
Siamo finiti nel regno delle Wetlands nel momento del loro maggior splendore… e noi non lo sapevamo :-O

Il sospetto che si trattasse di un periodo non proprio “yeah” mi era venuto ieri, durante le 4 ore di volo da Sydney a Darwin, in cui finalmente mi son presa la briga di leggere le informazioni di una guida per backpackers trovata per caso davanti alla stazione dei treni di Sydney, e di un depliant recuperato in un’agenzia viaggi là intorno.

A tagliare la testa al toro è stata l’aria gravida di umidità e il caldo afoso che ci hanno accolto di sorpresa all’uscita dell’aeroporto.
Dopo la piacevole parentesi di caldo secco ma ventilato della Sydney di questi ultimi giorni d’estate (clima ideale), è stato davvero un duro colpo.

Ieri al Visitor Centre di Darwin abbiamo raccolto un po’ di notizie sul clima e su ciò che si può visitare in questo periodo qui, nelle Wetlands, insieme a molti depliant. Niente di meglio, quindi, che un po’ di pigrizia per iniziare a documentarci e a pianificare con tranquillità e attenzione le nostre tappe.

Darwin non è una città grande. E nemmeno una grande città. A prima vista non sembra avere proprio nulla di particolarmente interessante.
Ha i tratti delle città di frontiera, senza carattere né identità, con il solito taglio molto “commonwealth”: tanto cibo e apparentemente poco contenuto, a parte la natura dei dintorni, che è talmente bella da far dimenticare lo squallore del cemento e delle tracce impattanti dell’uomo bianco.

Qua e là scorgiamo gruppetti di aborigeni. Sembrano malandati, spaesatiinebetiti. Certo non integrati col resto della popolazione. Nessuno tra i bianchi pare curarsene.
Noi continuiamo a fare il nostro abituale “people watching”. Vorremmo fermarci e parlare con qualcuno di loro. Ma crediamo non sia una buona idea. Speriamo avere altre occasioni durante il viaggio.

australia-italia-comparisonL’Australia è grande press’a poco come l’Europa, e il Northern Territory all’incirca come l’Italia.
La parte più settentrionale, il Top End, è verdissima, almeno durante la stagione delle piogge, e cioè adesso.
Di questa parte di Australia visiteremo 3 parchi: il Litchfield National Park, il Nitmiluk e il più famoso Kakadu National Park, patrimonio dell’umanità.
Visiteremo le terre degli Aborigeni, o meglio, quelle che i bianchi hanno gentilmente (!) dato in concessione agli antichi, autentici padroni di queste meravigliose terre.

Acquistiamo un’Internet key per potere comunicare in caso di necessità e per tenerci aggiornati su ciò che accade nel mondo.
Scegliamo Telstra come carrier, l’analogo del nostro Telecom, che ci dicono avere maggior copertura rispetto agli altri provider (Optus, ad esempio). Le internet key e i sistemi Wi-Fi costano circa come da noi in Italia e sono venduti a pacchetti mensili. Non male.
La ricezione è davvero ottima e funziona benone anche su dispositivi Mac.

chubby-800Il nostro chubby, un piccolo camper che abbiamo scelto come mezzo di trasporto e giaciglio per le prossime 6 notti nelle Wetlands, è pronto.
Rupert, che ci ha simpaticamente accolto alla Travellers Autobarn di Darwin dove abbiamo affittato il camper, ci presta un caricabatterie e un piccolo ventilatore. E anche lui, come le signore del Visitor Center, ci mette in guardia dai coccodrilli e dalle alluvioni. Il nostro chubby, in fondo, mica è un anfibio.

 

 

Author Silvia Pittarello

Viaggiare è una palestra dove allenarsi alla tolleranza, all'umiltà, alla gestione del tempo. Viaggio più che posso e quando mi fermo scrivo, per raccontare viaggi, storie di impresa, di cultura e di scienza e organizzare e veicolare contenuti per interfacce web e mobile, come fa un bravo content specialist col pallino per il copywriting e lo storytelling.

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