National Library of Australia, Canberra 20 gennaio 2014

Il mappamondo di Fra’ Mauro per la prima volta lascia Venezia per una “once-in-a-lifetime” opportunity dall’altra parte del mondo: una mostra alla National Library of Australia a Canberra.

Mappare, tracciare, segnare percorsi, individuare luoghi, segnalarli, evidenziarli, geolocalizzarli.

Mai come in questo momento percorsi, mappe e mappamondi son stati così “cool and fashion” grazie alla “google maps mania” e alla quantità di App prodotte per rendere più “comfortable” l’esperienza di un viaggio, di una visita, o semplicemente di una passeggiata.

Questa volta, però, a seguire uno specialissimo itinerario è un mappamondo molto particolare: quello di Fra’ Mauro, conservato alla biblioteca Marciana di Venezia, uno tra i più importanti al mondo e ora qui a Canberra, alla National Library of Australia.

“Mapping our World is a once-in-a-lifetime opportunity
to see rare and unique cartographic treasures from around the world.”

“Mapping Our World. Terra Incognita to Australia” è il titolo della mostra presente in questi giorni alla National Library of Australia, che ospita il celebre mappamondo.

Per i Down Unders si tratta di una prima assoluta e, come si legge nelle pagine del sito della Biblioteca dedicata alla mostra, una “once-in-a-lifetime opportunity” per vedere tesori cartografici rari e unici da tutto il mondo e scoprire come gli esploratori europei hanno svelato i segreti del Great South Land, le terre del grande sud del mondo.

Tra gli highlights, il mappamondo di Fra’ Mauro e un manoscritto di Tolomeo, sì, proprio quello del sistema tolemaico prima della diffusione della teoria eliocentrica del mondo ad opera di Copernico, Galileo, Keplero.

Da veneziana confesso, con un certo imbarazzo, che, nonostante sapessi che la Biblioteca Marciana custodisce uno tra i più significativi mappamondi di tutta la storia, sinceramente non avevo mai avuto l’urgenza di dedicargli una visita.
Del resto credo sia nel dna di una donna quello di non nutrire particolare interesse nei confronti della geografia, men che meno della cartografia. Eppure devo dire che da quando ho sposato mio marito, mi son ricreduta sull’importanza dell’essere “geolocalizzati”. Lui ad esempio, lo è sempre! Ma questa è un’altra storia.

“Sì, credo che il destino volesse proprio ch’io vedessi il mappamondo di Fra’ Mauro”

Sono convinta che il destino volesse che io vedessi questo mappamondo… anche a costo di portarlo in capo al mondo. E così è stato.

Ma ecco come sono andate le cose.
Era da un anno che io e Giovanni stavamo pensando al nostro viaggio in Australia.
“Pensando”, non “organizzando”! Sì, perché sia io che mio marito abbiamo il terribile difetto di non organizzare mai per tempo i nostri viaggi, ma di decidere tutto all’ultimo momento, compreso, molto spesso, anche l’acquisto del volo.

Io non avevo la più pallida idea di cosa avrei trovato all’altro mondo, in Australia, e non mi ero certo preoccupata di definire per bene cosa fare o non fare. Adoro improvvisare e amo farlo anche quando viaggio. Non voglio sapere nulla di ciò che mi aspetta, tranne i basics, ovvero ciò che riguarda la salute o eventuali pericoli da evitare con cura.
Amo le sorprese e perciò, in linea di massima e quando posso, mi affido al caso. Preferisco ascoltare la mia pancia e studiare persone, cose e opportunità quando mi si presentano lì, nel loro ambiente e in quelle circostanze.

Certo, forse questo è il modo peggiore di viaggiare, perché non sai mai cosa può capitarti. Ed in effetti qualche cantonata io e Giovanni ce la siamo presa in passato. Ma moltissime sono state e saranno le ottime occasioni e le piacevoli sorprese, come, ad esempio, il nostro tour al Darwin nella stagione delle piogge, del tutto inaspettato, che faremo proprio durante questo viaggio.

Ma torniamo per un momento in Italia.
Lo scorso 24 dicembre mi trovavo al party di Natale della Fondazione Levi di Venezia, invitata dal mio amico Giorgio Busetto, direttore della Fondazione.
Come sempre, ai suoi party il clima è rilassato e friendly.
Tra un pasticcino e un prosecco, mi ritrovo a parlare con un gruppetto di distinti e simpatici signori. Tra loro ne conosco solo uno, che carinamente mi presenta agli altri: nome e cognome e niente più. Comincio a pensare che forse almeno uno di questi dovrei sapere chi è.

Lo so, dovrei sempre sapere chi fa cosa, ma sono talmente orsa che detesto questo “dover fare”. Trovo tutto ciò una gran perdita di tempo. Anche perché ho una pessima memoria quanto a nomi. Secondo Giorgio dovrei dotarmi di un “nomenclator“, una sorta di cerimoniere che, accompagnandomi per strada o alle feste, mi suggerisca di volta in volta il nome delle persone che incontro o che dovrei assolutamente conoscere per poterle – come dire – omaggiare affinché poi si ricordino di me (non si sa mai che possa tornar utile ;) )

Sento che la conversazione verte intorno ad un viaggio da cui uno di loro era appena tornato.
Il fortunato globetrotter è un omino piccolo, magro e con gli occhi vispi, un po’ scapigliato ma molto simpatico. Si chiama Maurizio Messina.
Ci racconta di essere appena tornato da una missione straordinaria a Canberra: quella di accompagnare, per la prima volta in assoluto fuori da Venezia, il mappamondo di Fra’ Mauro, ospite di una mostra alla National Library of Australia.
Senza volerlo, stavo piacevolmente conversando col direttore della Biblioteca Marciana di Venezia.

Devo dire che mi stupisco sempre, ma dovrei smettere, nel constatare quanto il mondo sia piccolo e come, gira e rigira, alla fine le coincidenze sembrano, invece, appartenere ad un disegno ben preciso.
Tra l’imbarazzato e l’attonito, svelo loro che il mappamondo non l’ho mai visto, ma che tuttavia avrei rimediato: stavo per partire per Canberra.
Tra l’incredulità dei presenti, la parola “destino” venne evocata.

Ed eccomi qui, ora, a Canberra, alla National Library of Australia, davanti al magnifico mappamondo di Fra’ Mauro, un’opera straordinaria da cui fatico a staccarmi. L’emozione è davvero indescrivibile… come il freddo di questa maledettissima aria condizionata che sta andando a palla.

Author Silvia Pittarello

Viaggiare è una palestra dove allenarsi alla tolleranza, all'umiltà, alla gestione del tempo. Viaggio più che posso e quando mi fermo scrivo, per raccontare viaggi, storie di impresa, di cultura e di scienza e organizzare e veicolare contenuti per interfacce web e mobile, come fa un bravo content specialist col pallino per il copywriting e lo storytelling.

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