Bamenda Cameroon del nord 4 gennaio 2006
Nei prossimi giorni saremo a Bamenda, a nord-ovest del Camerun, nella zona anglofona, e poi a Djang.
A Bamenda incontriamo Etienne, il fratello di Michelle, che ci farà da guida, insieme a Romanos, scrittore giornalista radiofonico, e a Donat, agronomo in pensione che ora esercita la professione di medico, una specie di omeopata.
Donat è principe della Chefferie di Djang.
Visitiamo la Chefferie di Bafut. Ci fanno da guida le mogli più giovani del re e il suo segretario, Addison. La giornata è molto calda.
Della Chefferie vediamo il museo, il grande cortile che raccoglie le case delle mogli del re, il tempio.
Giovanni compra alcune maschere. Io riesco a trovare un po’ di perline africane per mia madre.
Facciamo visita al giardino botanico, nei pressi di Bafut. Nulla di speciale, solo il fatto che, a loro modo, hanno costruito un luogo ecoturistico per avvicinare e sensibilizzare locali e stranieri ai problemi della natura e dell’ecologia.
Sono le 4 del pomeriggio. La famiglia di Etienne ci aspetta per il pranzo.
Nella casa di Etienne mancano soffitti e pavimenti, le finestre e quasi tutte le porte. I muri non sono al grezzo, senza Bamenda. Tutto è fatto di cemento grigio e terra rossa.
Conosciamo Geraldine, la fidanzata di Etienne. La moglie di Etienne è morta improvvisamente 6 anni prima lasciandolo solo con quattro bambini. Un quinto bimbo è ospite da lui, come si usa qui in Camerun, ed è figlio di una delle sorelle, che abbiamo incontrato a Melong qualche giorno fa.
Mangiamo tutti insieme, io, Giovanni, David, Alain, Romanos, Donat, Etienne, Geraldine e il sindaco della zona.
Sembriamo una delegazione italiana in visita nel Camerun del nord-est. Parliamo di politica e ad un certo punto Etienne chiede di parlare in modo ufficiale: vuol darci un benvenuto ufficiale.
E poi, come sanno fare bene i camerunesi, ci stupisce dicendo che ha per noi un omaggio.
Invita Giovanni e David a vestirsi con dei vestiti tradizionali fatti apposta per l’occasione, che lui e anche gli altri, hanno voluto donarci. Poi tocca a me.
Imbarazzati, commossi, impreparati (anche David!) ringraziamo e con le nostre coloratissime vesti camerunesi, continuiamo a festeggiare e a raccontare le nostre esperienze e le emozioni che stiamo vivendo in questa terra sorprendente e incredibile.
Alle sei ci rimettiamo in cammino verso Djang, dove passeremo la notte.