Yaounde 24 dicembre 2005

Oggi sto un po’ meglio, anche se sento che avrei bisogno di qualche medicina.
David dorme, dopo una notte brava passata a festeggiare i novelli sposi e a rivedere i vecchi amici.
Giovanni ed io complottiamo di uscire da soli.

David è una specie di gendarme, teme per noi e non vuole che ci allontaniamo senza accompagnatori locali.
Prima che noi si riesca a sgattaiolare, si sveglia e ci procura la nostra guardia del corpo, Pierre, suo cugino. Ci renderemo conto che è decisamente necessario.

Yaounde assomiglia ad un enorme mercato a cielo aperto, in cui i pericoli possono essere ovunque. Ci va bene che Pierre sia con noi.

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I banchi straripano di merci le più strane e coloratissime e, nonostante certe puzze, è come trovarsi in visita ad un museo esotico, tutto da scoprire.
Animali vivi, animali morti, cibo, larve da mangiare, uomini che vendono galline, che intrecciano vimini, che cuciono, donne che si acconciano i capelli.
C’è di tutto: nuovo, usato, finto, da fare e da rifare.

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Troviamo le medicine per me e un paio di sandali di antilope per Giovanni, insieme ad una biro per scrivere.
Giriamo in cerca di un vestito per me. Niente. Troppi uomini intorno a me. Non mi sento libera.

Alle 3 del pomeriggio passiamo da Adeline. Bertrand ha deciso che saremo suoi ospiti a pranzo e a cena per tutto il tempo che staremo a Yaounde.

Nel tardo pomeriggio visitiamo la falegnameria di madame Helene Mapoko, donna intraprendente e decisamente affascinante. Col suo ottimo italiano, ci guida nel suo laboratorio. Scopro che usa le stesse macchine che usava mio padre quando esercitava la sua attività. Incredibile.
Dice: “ho scelto le migliori!”. Lo so bene, sono le Centauro.

Peccato non aver saputo che qui in Camerun c’era qualcuno che aveva bisogno di macchinari per il taglio e la lavorazione del legno. Mio padre, quando decise di chiudere la falegnameria, dovette disfarsi di tutte le sue macchine dandole al ferrivecchi. Erano in perfetto stato e potenziate per prestazioni migliori e carichi di lavoro importanti.

Chiedo ad Helene se posso avere un pezzo di legno. Lei mi preparerà dei porta tovaglioli torniti, realizzati con legni diversi ed etichettati col nome dell’essenza utilizzata: padouk, bubinga, wenge, i legni più diffusi qui in Camerun. Fantastico!

essenze

Author Silvia Pittarello

Viaggiare è una palestra dove allenarsi alla tolleranza, all'umiltà, alla gestione del tempo. Viaggio più che posso e quando mi fermo scrivo, per raccontare viaggi, storie di impresa, di cultura e di scienza e organizzare e veicolare contenuti per interfacce web e mobile, come fa un bravo content specialist col pallino per il copywriting e lo storytelling.

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